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durata 12 minuti
Anno 2019
con Alice Corbetta e Martina Fontana
Sound Design: Sara Bargiacchi e Giulia Landi
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Un inno alla creazione, alle sorprendenti e spesso sconosciute forme con cui la vita ovunque si manifesta.
Il lavoro dell’artista tenta di coniugare due posizioni opposte ed inconciliabili. Nonostante utilizzi i più sofisticati mezzi tecnologici contemporanei, li impiega per produrre opere che recuperano l’essere umano attraverso i suoi gesti più semplici e quotidiani.
Il risultato è godibilissimo e, pur nell’invenzione di un tempo e di un mondo altro e parallelo all’ordinaria realtà, non ci si annoia e si ha tutto il tempo per osservare le preziosità sfuggenti che le immagini ci mostrano. L’artista produce emozione. Lavora consciamente su alcune corde emotive e riflessi razionali, lo stupore e la consapevolezza, e poi, quasi per caso, stimola l’empatia sino alla commozione. Rientra quindi più nella categoria del “sublime” che del “bello”, perché il sublime ha sempre a che fare con il dolore e non con il piacere. Anche quando il sublime supera la ragione e potrebbe diventare retorico, l’artista cambia inquadratura e ci obbliga a tornare sempre con i piedi per terra.
Attraverso le sue ansie, ma anche i suoi momenti di creatività ed allegria, l’autrice mette in scena noi e il nostro mondo, così come è. Noi siamo questi, e la natura è presente ed indagata con lo stesso sguardo disincantato, crudele, semplice, pulito.
Claudio Giorgetti, Critico e Curatore